Siamo nel letame fino al collo, iniziamo a spalare.
Il 7 ottobre, esattamente tre settimane fa, scrivevo su Facebook: Beh, call me Cassandra, in questi giorni ci siamo arrivati: un lockdown sotto mentite spoglie. Chiudere le attività dopo che sono state costrette a spendere fior di denari per mettere tutto in sicurezza e acquistare sanificanti e DPI, incolpare la “movida”, chiudere le attività di ristorazione alle 18, chiudere i teatri e i cinema non sono altro che mezzucci per nascondere che, dopo 9 mesi dalla dichiarazione dello stato d’emergenza… stiamo ancora brancolando nel buio. Una “crisi” che dura quasi un anno non è più un’emergenza, è una situazione durevole che bisogna gestire. E se vengono adottate le stesse misure dell’inizio (chiudetetutttooooooo), vuol dire che non si è fatto nulla. Ad aggravare questa situazione ci si mette una modalità comunicativa che definire “terroristica” è usare un eufemismo. Non si sono mai visti DPCM o ordinanze preceduti dai trailer per valutare il gradimento del pubblico prima della pubblicazione, né un governo che – nero su bianco – fortemente consiglia...
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